La nostra storia
Le origini
Verso gli inizi degli anni ’70 alcuni studenti universitari con la comune passione per la musica costituirono un piccolo gruppo dedicato alla riscoperta e all’esecuzione di brani propri del repertorio popolare italiano.
Nacquero così Quelli di Villa Bell’Eri che furono attivi nell’ambito cittadino genovese riproponendo canti della tradizione italiana.
Contavano circa una mezza dozzina tra cantanti e suonatori (chitarre, fisarmonica, flauto, violino e violoncello).
Il repertorio includeva canti di lavoro, canzoni narrative, strambotti, ninna nanne e filastrocche sopratutto del Nord Italia come ad esempio I giovinotti al sabet de sira della tradizione brianzola.
Nella loro attività di ricerca di brani sempre più antichi iniziarono a confrontarsi con villotte, villanelle, cacce e ballate fino a maturare un interesse e una passione per la musica antica che fece loro abbandonare il filone della tradizione italiana per dedicarsi alla musica medioevale e rinascimentale.
Nel corso degli anni un paio di elementi cessarono l’attività e furono rimpiazzati così come pure si cambiarono gli strumenti con altri più consoni alla musica da eseguire.
Il periodo della Musica Antica
Agli inizi degli anni 80 fu anche deciso di mutare il nome in quello di Gruppo Genovese di Musica Antica.
Il Gruppo comprendeva allora strumenti a fiato (flauti a becco, cromorni, bombarde) ad arco (vielle e lire) a pizzico (ud, liuti, citola, chitarra latina, saz) organo portativo, ghironda e percussioni.
Tutti i musicisti cantavano anche se alcuni avevano più spesso l’onere del solista.
Il repertorio comprendeva monodie trovatoriche e trovieriche, brani tratti dai Carmina Burana, dalle Cantigas de Santa Maria, mottetti e musiche da ballo medioevali e rinascimentali.
Eccone un assaggio:
- Sic mea fata – Carmina Burana n. 82
- J’ai les maus d’amours – Mottetto
- Adieu m’amours – Guillaume Dufay
Dopo alcuni anni di presenza nel campo musicale il Gruppo Genovese di Musica Antica cessò l’attività concertistica a causa di impegni più importanti e pressanti dei singoli componenti che rimasero però sempre legati da vincoli di profonda amicizia al punto che, dopo circa una ventina d’anni ne hanno di recente ripreso l’attività.
La realtà attuale
Così all’inizio del nuovo millenio si riattiva il Gruppo Genovese di Musica Antica; molto allargato rispetto al nucleo originario, sia nell’organico che nel repertorio, conserva però gli stessi principi e le stesse finalità degli inizi.
Il repertorio ora spazia dalla musica antica fino al tardo barocco e presenta anche alcuni brani composti espressamente per il gruppo stesso.
Brani solo strumentali, per coro e orchestra, brani a cappella e brani per soli, coro e orchestra.
L’organico strumentale si è notevolmente ampliato, fino a comprendere una trentina di musicisti che, a secondo delle necessità, partecipano alle attività del gruppo.
Vengono di volta in volta utilizzati i seguenti strumenti:
- legni (flauti traversi, clarinetti e fagotto)
- ottoni (trombe, corni e tromboni)
- archi (violini, viole e violoncelli)
- percussioni
- chitarre, arpa e organo
Per l’esecuzione di brani più antichi si suonano vielle, flauti a becco, cromorni, citola, ud, arpa diatonica, organo portativo.
Il coro è composto da circa 15 elementi ed i solisti, se necessario, si aggiungono ad esso.
Tutti coloro che ruotano attorno al Gruppo Genovese di Musica Antica, anche se per alcuni di loro la musica è la principale professione, dedicano il loro tempo ed il loro impegno al gruppo perché ne condividono lo spirito e l’atmosfera non ricavandone alcun compenso materiale come espresso nel documento programmatico dell’Associazione.
Risulta quindi molto azzeccato il titolo di un articolo pubblicato dal giornale Il Secolo XIX in occasione di un loro concerto “la musica in amicizia ritma la solidarietà”